Il solstizio d’inverno, che questo anno cade il 21 dicembre 2022 è il giorno più corto dell’anno. A partire da questo momento inizia l’inverno astronomico – da non confondere con quello meteorologico, già iniziato 3 settimane prima – che terminerà con l’equinozio di primavera il 20 marzo 2023.
La parola “solstizio” deriva dal latino solstitium, composta da “sol” che significa sole e “stitium” che significa fermo, quando il “sole si ferma”. Indica come quel giorno il movimento apparente del percorso del Sole sembri fermarsi in cielo, nel punto meridionale.
Perché il giorno più corto dell’anno?
Viene detto il “giorno più corto” dell’anno da un punto di vista di luminosità, da questo momento in poi le ore di luce inizieranno gradualmente ad aumentare. Naturalmente la durata del giorno sarà sempre di 24 ore, ma ci sarà luce solo per circa 8 ore, mentre la notte si prolungherà per quasi 16 ore (2/3 del ciclo delle 24 ore) con una durata più lunga di tutto l’anno.
Durante il solstizio d’inverno l’emisfero nord terrestre è inclinato il più lontano possibile dal Sole, mentre nella zona compresa tra il Circolo Polare Artico ed il polo Nord il Sole non sorge mai, lasciando quest’area con 24 ore di buio totale. In questo momento è il Polo Sud ad essere rivolto verso il Sole.
Dopo il giorno più corto le ore di luce iniziano a crescere ed avere la meglio sulle ore di buio, le quali si accorciano fino a raggiungere l’equinozio di primavera (uguale durata delle ore di luce e buio) e poi il solstizio d’estate.
Il solstizio in agricoltura
Il solstizio è l’opposto dell’equinozio, non segna una durata uguale tra le ore di luce e quelle di buio, ma una durata minima (inverno) o massima (estate) della luce diurna. Ma una cosa hanno in comune: segnano il passaggio da una stagione all’altra.
In questo periodo invernale anche la terra si prepara ad un nuovo ciclo, per esempio in agricoltura, dopo l’aratura dei giorni di ottobre, il dissodamento e la semina i contadini mettono gli animali al caldo, si assicurano che abbiano foraggio a sufficienza, curano lo stato delle recinzioni, potano gli alberi e tagliano la legna affinché sia pronta per il prossimo inverno.
Nei campi la linfa sembra non scorrere, l’erba è secca, la terra è piatta…
Miti e leggende
Il solstizio d’inverno ha un significato culturale nelle civiltà del mondo fin da tempi antichi. Un momento di morte apparente e poi di rinascita, durante il quale la natura meno generosa è stata affiancata da festeggiamenti e celebrazioni di vario tipo.
Non solo astronomico, per anni è stato un avvenimento celebrato in vari paesi, per molti, dietro il trionfo del buio, si nascondevano significati spirituali.
Per esempio:
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i popoli del Nord Europa celebravano per il solstizio d’inverno la festa di Yule, la rinascita che vede la luce vincere sulla notte più lunga dell’anno.
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A Stonehenge, in Inghilterra, il sito neolitico considerato un osservatorio astronomico vede la disposizione dei massi in pietra – detti megaliti – per favorire un gioco di luci durante i solstizi e gli equinozi.
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A Newgrange, in Irlanda, si svolgono festeggiamenti per la vittoria del Sole sulle tenebre.