Il 21 giugno 2023 arriva il Solstizio d’Estate che sancisce, per l’emisfero boreale (quello settentrionale, il nostro) il passaggio astronomico dalla primavera all’estate, combaciando con il giorno più lungo dell’anno. Entriamo ufficialmente nell’estate astronomica!!
Il termine solstizio deriva dalla fusione dei termini latini “sol” e “sistere” che significano “sole fermo” in quanto la nostra stella cessa di alzarsi rispetto all’equatore celeste.
La ragione risiede nel fatto che il moto apparente del Sole sulla volta celeste rallenta al punto che sembra fermarsi nel cielo. Durante il solstizio d’estate la nostra stella raggiunge la massima altezza (declinazione) sull’orizzonte, in virtù dell’inclinazione dell’asse terrestre (di 23°), con ben 15 ore di luce mentre la notte è la più corta dell’anno.
A scandire questi fenomeni astronomici sono i moti della Terra e la sua rotazione attorno al Sole.
In realtà il gran caldo d’estate non è assolutamente legato alla vicinanza del nostro pianeta alla stella – infatti la Terra a luglio raggiunge l’afelio, ossia la massima distanza dal Sole (il perielio, la minima distanza, viene raggiunta a gennaio) – bensì al fatto che durante il solstizio di giugno il Sole si trova direttamente sopra il Tropico del Cancro, corrispondente alla latitudine più settentrionale raggiunta durante l’anno, per poi iniziare a spostarsi verso sud. Per questo motivo, durante l’estate, la durata delle ore di luce comincia progressivamente a ridursi, fino all’equinozio d’autunno quando il dì e la notte hanno la stessa durata.
Perché il 21 giugno?
Sebbene si pensi che il fenomeno cada sempre il 21 giugno, in realtà la data può variare tra il 20 ed il 22 giugno.
Il motivo nasce dalla divergenza tra l’anno siderale di 365giorni e 6 ore circa (il tempo esatto che la Terra impiega a fare un giro intorno al Sole) ed il calendario gregoriano di 365 giorni.
Tra i due c’è uno scarto di 6 ore che si accumulano anno dopo anno slittando la data sia dei solstizi che degli equinozi.
Per questo ogni 4 anni è stato introdotto l’anno bisestile (con febbraio di 29 giorni anziché 28).
Perché ogni 4 anni? La ragione è semplice: un giorno dura 24 ore e la differenza delle 6 ore (moltiplicata per 4 anni) fa si che sia possibile bilanciare il giorno di ritardo accumulato.
E nell’emisfero australe?
Dalla parte opposta della Terra, nell’emisfero australe (meridionale) si verifica la situazione opposta, ossia il solstizio d’inverno (con il Sole sopra il Tropico del Capricorno) che definisce il passaggio dall’autunno all’inverno, determinando per i nostri “cugini” il giorno più corto dell’anno.
Del resto la situazione si inverte per gli emisferi ogni anno ad ogni solstizio, sia d’estate che d’inverno.
Cieli sereni a tutti!!