Gli antichi altopiani (highland) della nostra Luna appaiono più chiari e rugosi rispetto alle giovani zone pianeggianti dei mari (maria), che risultano invece più scure.
Il diverso grado di luminosità (albedo) corrisponde anche a composizione diversa: la crosta lunare è prevalentemente anortositica (una roccia magmatica intrusiva) negli altopiani e basaltica nei mari.
Le anortositi sono infatti rocce ricche di minerali silicati di colore chiaro e si formano per il lento raffreddamento del magma all’interno della crosta.
I basalti, al contrario, sono la tipica roccia vulcanica, ricca di pirosseni, ossia minerali che contengono molto ferro e magnesio, pertanto si presentano di un colore scuro.
La superficie lunare è ricoperta inoltre da uno strato di regolite, la cui composizione varia tra basalti e anortositi, oltre a frammenti di rocce, minerali e agglutinati, ossia aggregati di particelle di piccole dimensioni tenuti insieme da una componente vetrosa, prodotta dall’impatto di micrometeoriti.
Per le future missioni umane sulla Luna, la regolite potrebbe essere il materiale di riferimento per estrarre ossigeno, idrogeno e l’utilizzo come materiale edilizio.
Nella filosofia del riutilizzo, anche l’urina degli astronauti potrà essere utile per la produzione di materiale da costruzione, così impiegando ogni tipo di scarto si potrà raggiungere la piena sostenibilità del futuro avamposto lunare.